Se sul restauro di certi giochi si discute sul termine giusto utilizzato (remaster, remake), per Resident Evil 4 la questione non si pone nemmeno. Basta lanciare il gioco per capire che non solo il gap grafico è da capogiro, ma in più Capcom si è presa la briga di ridisegnare il suo capolavoro dell'epoca. La prima scena di apertura, ad esempio, ci immerge in un'atmosfera completamente diversa. Laddove il sentiero che 17 anni fa portava alla prima casa era in pieno giorno con un'atmosfera molto seppia nella sua colorimetria, Leon S. Kennedy si trova oggi in mezzo a un bosco cupo, dalla vegetazione lussureggiante, dove ogni passo è misurato. Va detto che ci siamo presi il tempo per guardarci intorno, per vedere l'incredibile evoluzione grafica e per dirci che stiamo davvero giocando a Resident Evil 4. Siamo poi divisi da una sensazione contraria: riconosciamo il titolo di Capcom, ma appare in un caso completamente modificato. C'è da dire che questa volta Leon si avventura nel buio, circondato da una fitta nebbia illuminata appena dalla luce della Luna. Quest'ultimo non esita a far scorrere la mano sui rami per non graffiarsi la faccia, quel tipo di piccoli dettagli che fanno la differenza e che ritroviamo già nelle produzioni di Rockstar Games o Naughty Dog, maestri in materia. Tra i cadaveri dei cervi in decomposizione, il suono delle mosche che volano in giro, il suono del vento tra il fogliame e questo silenzio mortale, Capcom vuole respirare l'atmosfera orribile che era scomparsa con il gioco originale e il suo turno d'azione presunto. Un apprezzabile ritorno alle origini e che dimostra che è possibile combinare il meglio dei due mondi. In tutti i casi l'immersione è immediata e totale.
LA DEFINIZIONE DELLA PAROLA “REMAKE”
Ma non è solo il percorso che conduce al nostro primo nemico ad essere allungato, ha preso spazio anche la casa in cui Leon farà il suo primo incontro con il nativo. Stanze aggiuntive, più corridoi, più seminterrati, Capcom ha rinnovato il suo gioco dalla A alla Z. Tutto è stato sublimato, dalle ambientazioni ora ricche di dettagli alla modellazione dei personaggi, che danno finalmente la sensazione di essere aggiornati alla next gen. Basta dare un'occhiata all'iconica giacca di Leon per vedere la cura dei dettagli. Tra le pieghe sulla pelle, i micrograffi sulle maniche, il collo di pelliccia che dà la sensazione di sentire ancora l'odore della lana di pecora, sembra quasi di sentire il materiale tanto che il livello ha raggiunto una soglia impressionante. Solo i capelli biondi del nostro poliziotto della DPR mancano ancora di realismo in alcuni dei suoi movimenti, ma niente di troppo serio. Non sappiamo ancora se l'intero gioco porterà i segni di questo colossale progetto, ma i nostri primi passi mostrano la volontà del publisher di dimostrare di voler restituire tutte le lettere nobiliari a un gioco che ha segnato il videogioco nella sua volta.
Tra i cadaveri dei cervi in decomposizione, il suono delle mosche che volano in giro, il suono del vento tra il fogliame e questo silenzio mortale, Capcom vuole respirare l'atmosfera orribile che era scomparsa con il gioco originale e il suo turno d'azione presunto.
Non è solo l'aspetto grafico che ha preso forza, anche il gameplay è stato modernizzato, con ovviamente la possibilità di puntare la propria arma in avanti continuando a camminare. Oggi sembra completamente folle (lo era anche nel 2004/2005, te lo assicuro), ma Leon ha guadagnato flessibilità nei movimenti. Cammina, trotta, corri, ora può accovacciarsi oggi. Nel bel mezzo di un combattimento, il suo mawashigeri è ancora rilevante per schiacciare i contadini ispanici infestati quando sono storditi, ma è soprattutto l'uso del suo coltello che diventa più interessante. Durante i colpi programmati, Leon può piantare la sua lama nella giugulare o nel fianco di un nemico, il tutto con un primo piano per dare più effetto al gesto, ma è soprattutto che il coltello è diventato un'arma ultra efficace per sbarazzarsi dei nemici più facilmente. Leon può anche sferrare un colpo a terra, tanto per completare i Ganados che vorrebbero rialzarsi. Tuttavia, c'è una controparte, l'arma fredda si deteriora sotto i colpi e alla fine può rompersi. Un espediente di design del gioco intelligente che non solo previene gli abusi, ma costringe il giocatore a variare tra le armi.
DIETRO DI TE !
Resident Evil obbliga, le munizioni restano rare, anche se questo episodio è sempre stato più generoso dei precedenti. Nella parte giocabile che ci è stata proposta, ovvero l'attacco al villaggio all'inizio del gioco, ci siamo potuti divertire con la doppietta, posta sempre nello stesso punto, ovvero sul muro di una delle case da visitare. Anche i villici sono cresciuti di dimensioni, con movimenti più rapidi, attacchi di forchetta più incisivi, ma in genere rimangono volontari abbastanza ottusi da permetterci di uscire da situazioni appiccicose. Tanto più che era presente anche l'Uomo Motosega, con i suoi occhi iniettati di sangue ormai sporgenti e che ha solo una cosa in mente, tagliare a metà Leon con la sua motosega. Non c'è segreto, per resistere all'invasione del villaggio, dovrai correre, entrare nelle case, barricarti, salire le scale, passare per i tetti, prendere a calci le scale, schivare, saltare dai tetti, insomma tutto il necessario mantenere la tensione fino al suono del campanile che fermerà ogni atto di violenza da parte di questi paesani senza cervello. La demo è stata troppo breve per noi (1 ora di gioco), ma ne siamo usciti con le emozioni di cui avevamo bisogno. Se Capcom manterrà questo grado di restauro per tutta l'avventura, questo remake rimarrà come il gioco originale tra gli annali, ve lo assicuro.