Oltre a questa operazione, il consiglio di amministrazione di Ubisoft ha autorizzato Tencent ad aumentare la propria partecipazione diretta dal 4,5% al 9,99%, con il divieto per il gruppo cinese di vendere per 5 anni le proprie azioni Ubisoft, e non potrà inoltre aumentare la sua partecipazione oltre il 9,99% del capitale e dei diritti di voto di Ubisoft per 8 anni. L'azienda cinese resta quindi in minoranza, ma questo va inteso come un riavvicinamento amichevole per valutare le possibilità future delle due società. Come NetEase con Quantic Dream, che ha investito 100 milioni di euro nel 2019 prima di fagocitare del tutto lo studio co-fondato da David Cage qualche giorno fa, i fratelli Guillemot vogliono senza dubbio assicurarsi una buona intesa con Tencent. In effetti, per Yves Guillemot, come per il resto della famiglia Breton, l'idea è quella di mantenere il controllo di Ubisoft, sfruttando allo stesso tempo interessanti fondi finanziari per svilupparsi al meglio in futuro. Capiamo meglio perché Ubisoft si fosse rannicchiata su se stessa negli ultimi mesi, prima degli annunci di giochi mobile per alcune licenze di punta e di un nuovo modo di approcciarsi a certi titoli come Assassin's Creed.
A differenza di Vivendi diversi anni fa che aveva tentato un'acquisizione ostile, i fratelli Guillemot stanno facendo dei cinesi di Tencent dei veri e propri alleati; per un futuro migliore?